PNRR come la detrazione del 110% nell’edilizia?
Se qualcuno ha, anche per un istante, collegato i “fondi PNRR” con la detrazione “SuperBonus edilizio del 110%“, è il caso che investa qualche secondo per leggere questo articolo.
Parliamo sempre e solo dei fondi per i 5 bandi PNRR tecnologici (PagoPA, AppIO, CIE/SPID, Cloud e Esperienza del Cittadino).
Non cerchiamo il male ovunque e comunque:
L’UE ha messo a disposizione una quantità incredibile di risorse economiche (che poi sono i nostri soldi che noi, e probabilmente i nostri figli e forse anche i nostri nipoti, pagheremo) su vari settori ed ambiti al fine di far ripartire l’economia europea oggi in stallo per situazioni di emergenza (Covid, conflitti, ecc.).
Il problema che il DTD (Dipartimento della Transizione Digitale) si è posto è:
Come facciamo a distribuire questi soldi?
Quali possono essere i parametri per erogare questi soldi senza ricorrerere al solito sistema “a pioggia”?
Distribuire i soldi sulla base di obiettivi concreti, rapportati anche (e non solo) alla dimensione dei Comuni non è necessariamente una linea sbagliata. E’ una scelta.
Il fatto che la quantità di risorse messe sul piatto sia “imbarazzante” rispetto a ciò che realmente l’Ente si troverà a spendere per la realizzazione dei progetti è dato concreto ed inconfutabile.
Ma pensiamo – o vogliamo pensare – sia solo il metodo di distribuzione e non una mancanza di conoscenza dei reali costi del mercato.
Il PNRR dice: “ti diamo i soldi per adottare gli strumenti di pagamento dei cittadini (PagoPA), sistemi di comunicazione (AppIO) verso il tuo contribuente, l’erogazione dei servizi puntuali e personali (quindi accessibili con una profilazione SPID/CIE)” ai tui cittadini.
Ti diamo risorse per adeguare i tuoi sistemi su piattaforme Cloud che garantiscono maggior sicurezza ai dati.
Ed ancora ti mettiamo in grado di strutturare (o adeguare) la piattaforma Web (il sito internet istituzionale) che sia in linea con le regole di sicurezza ed accessibilità che diversamente non sarebbero neanche prese in esame.
Ed infine ci spiega che l’eccedenza dei fondi deve essere speso nell’ambito (fondi vincolati) dell’oggetto del bando.
Quindi non stupiamoci per la pioggia di soldi che arrivano / arriveranno nelle casse comunali.
La motivazione e la giustificazione c’è ed è chiara (condivisibile o meno).
Non buttiamo via questi soldi!
Dopo il PNRR non ci sarà un’altra occasione per riorganizzare le proprie infrastrutture tecnologiche, completarle e renderle più efficienti.
Per questo motivo occorre partecipare (CANDIDATURA) ed organizzarsi per una corretta gestione dei bandi.
Dopo aver soddisfatto le prestazioni dichiarate nella candidatura (nei termini e modi previsti dai singoli bandi), occorre prendere atto della situazione complessiva degli uffici (CENSIMENTO) ragionare sugli obiettivi tecnici, organizzativi e politici dell’Ente (ANALISI), definire il percorso di attuazione (PROGETTAZIONE) ed infine – ovviamente – realizzarlo (REALIZZAZIONE).
L’Ente dovrà scegliere le priorità, valutare le proposte del mercato, verificarne la congruità economica.
NOTA: se da una parte il PNRR verificherà SOLO il raggiungimento dell’obiettivo, la Corte dei Conti molto probabilmente verificherà la coerenza tra il costo di acquisto e la reale prestazione ricevuta al fine di evitare la speculazione subìta in occasione del superbonus edilizio del 110%.
A seguire, l’Ente dovrà attivare l’iter finanziario per assegnare gli incarichi, verificare e monitorare qualità, l’aderenza alle regole PNRR ed i tempi di fornitura / realizzazione dei prodotti / servizi acquisiti per permettere al RUP di dichiarare, al termine dei lavori, la correttezza dei lavori.
Il Mercato come si comporta?
Veniamo al punto della “similitudine tra i fondi PNRR ed il superbonus 110% dell’edilizia“.
Occorre sottolineare come il mercato stia provando ad attingere il più possibile ai fondi PNRR destinati ai Comuni.
Pensiamo che una buona gestione di questi fondi debba passare attraverso una corretta valutazione degli investimenti – critica e costruttiva – nell’interesse anche nel medio / lungo termine del proprio Municipio.
Riteniamo che dopo aver acquisito il diritto di spendere questi soldi (decreto), gli stessi debbano essere spesi bene e con una lungimiranza anche del post 2026 (il termine del progetto PNRR) sia in termini di uso ed utilità degli strumenti che di costi in parte corrente.
Ci permettiamo di ricordare un nostro articolo di qualche mese fa.
Riteniamo che l’operazione debba essere coordinata con la “Transizione Digitale” (Piano Triennale per l’informatica della Pubblica Amministrazione) e garantendo una compliant al GDPR.
Ricordiamo come sia obbligatorio programmare gli interventi “ulteriori” rispetto a quanto candidato nel rispetto del “perimetro di vincolo” chiaramente espressi da Arconet.
Se ritenete utile un confronto, un supporto e/o dei chiarimenti segnalateci l’esigenza alla mail info@sireinformatica.it